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In questo blog vorrei parlare di argomenti inerenti le imprese, dei loro progetti, delle loro idee e delle loro necessità, ma anche della gente, della nostra Italia, della società civile e dei suoi cambiamenti; sarei felice di avere molti contributi. Grazie.

domenica 9 giugno 2013

Stato vs Cittadini



Italia vs italiani
( combattimento senza regole, ne limiti di colpi e tempo )

Lo stato italiano chiede ai suoi cittadini una quantità di tasse molto elevate, ora lo vedono, lo capiscono e opportunisticamente lo sostengono tutti.
Tale giudizio è condiviso anche fuori dai confini nazionali, nel cuore delle pragmatiche, severe e intelligentissime sedi del potere burocratico europeo; abbiamo costretto anche chi non ci ama ad ammirare il nostro “ rigore “ ed il nostro “ senso dello stato “.
Per fare questo abbiamo accettato di assomigliare alla caricatura di una democrazia, divenendo di fatto un paese in amministrazione controllata.

Lo stato italiano non si limita ad una tassazione elevata,  (pensate alle tasse dirette, ma soprattutto alle tasse indirette come le accise, i vari balzelli esistenti su tutte le utenze, su tutte le richieste alla pubblica amministrazione, ecc….), pretende di più. Preleva risorse dalle voci che formano la struttura del risparmio dei propri cittadini:
  • dalle pensioni che possono e devono essere considerate la principale forma di risparmio per molti cittadini, oltretutto una forma di risparmio obbligatoria prevista e regolamentata per legge.
  • dall’abitazione dei propri cittadini, anche dalla prima casa, anche dalla prima ed unica casa, anche dalle prime case ancora gravate da mutuo, anche da case inutilizzate o inutilizzabili.
  • dai guadagni futuri, chiedendo anticipatamente le tasse. (anticipo Iva, non permettendo l’immediata detrazione delle perdite su crediti nell’aziende, pretendendo tasse ed oneri per lo svolgimento dei processi che di fatto si concluderanno molti anni più tardi, ecc…) Chiede tasse per servizi ed obblighi contributivi non erogati, non realizzati e non “ certamente “ realizzabili o erogabili, diciamo “ auspicabili “, diciamo che non paghiamo sul passato, neanche sul presente, ma paghiamo sul futuro.

Perché uno stato diventa una caricatura della democrazia quando chiede ai suoi cittadini un’eccessiva quota del loro guadagno ?

  • perché istiga i cittadini all’evasione, ovvero istiga al reato.
  • perché costretto ad utilizzare strumenti coercitivi per ottenere la quota eccedente il “ giusto “ contributo da parte dei cittadini.
  • perché sovverte la logica democratica che lo Stato è un organo al servizio del cittadino e non il contrario.
L’ impostazione amministrativa, politica, sociale, burocratica dello stato italiano determina un chiaro posizionamento rispetto ai cittadini; lo stato italiano è in guerra con i suoi cittadini. Una guerra innescata dalla cattiva gestione, dall’ incapacità intellettuale, dall’ ingordigia, dall’ indifferenza; non esiste un solo motivo per definire compiutamente la ragione dell’attuale situazione, ma in ogni caso di guerra si tratta e si tratta di guerra civile contro una dittatura non dichiarata, ma una dittatura di fatto.
 

Perché uno stato assume i connotati della dittatura quando pretende dai suoi cittadini i risparmi accantonati nel tempo con il proprio lavoro e/o con il lavoro della propria famiglia ?

  • perché si rende colpevole pubblicamente di furto, assolvendosi grazie al suo potere amministrativo, burocratico e legislativo.
  • perché delibera il “ quantum “ necessario per la sua esistenza considerando i diritti dei suoi cittadini subordinati al diritto dell’esistenza dello Stato non come istituzione, ma come espressione fisica dei componenti l’apparato statale nel suo complesso (politici, funzionari, amministratori pubblici, dipendenti pubblici, giudici, ecc…..),
  • perché priva i cittadini del diritto di essere uomini liberi nel decidere il proprio futuro, anteponendo di fatto il dovere di contribuente al diritto di progettare il futuro della propria famiglia, costituita da figli, moglie, genitori o solo da se stessi.
Come avviene in tutte le guerre vere ( escludiamo le guerre scatenate per esigenze geo-politiche ) entrambe le fazioni hanno la speranza di vincere, l’obiettivo è la vittoria e la conseguente capitolazione dei perdenti, lo stato perdente viene di fatto azzerato, non è più nelle condizioni di dare speranze ai suoi cittadini, ed è in questo preciso momento che quello stato è di fatto “ abbattuto “.
Lo stato italiano è di fatto abbattuto, lo urlano le cifre della disoccupazione, della disoccupazione giovanile, della disoccupazione di coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro, della disoccupazione degli irricollocabili cinquantenni, delle imprese che chiudono, degli imprenditori che si uccidono, degli imprenditori che ricorrono agli usurai, dei talenti intellettuali che espatriano in cerca di considerazione; lo urlano le nostre opere d’arte, considerate ruderi senza possibilità di valorizzazione, le nostre scuole ed università divenute parcheggi per una gioventù da tacitare e bancomat per intere famiglie di “ docenti “; lo urlano gli sberleffi della comunità internazionale che ci assegna un ruolo politico solo se e in funzione di quanto siamo disposti ad obbedire, anche sacrificando le vite dei nostri militari al pari e in molti casi in maggior numero, di coloro che della politica internazionale ne sono i veri ispiratori e oligarchi. La sintesi è che lo stato italiano ha decapitato la speranza di almeno due generazioni a venire.


Perché uno stato deve considerarsi abbattuto e di conseguenza scomparire, quando priva della speranza i suoi cittadini ?


  • perché la speranza è un bene prezioso e necessario per garantire all’umanità un’evoluzione positiva.
  • perché la speranza è la base per la costruzione dell’autostima dei giovani.
  • perché la speranza è la fiducia nella capacità di affrontare il futuro per le famiglie.
  • perché la speranza è il motore del lavoro, della ricerca, del concetto stesso d’ imprendere
  • perché la speranza è una sana base per la crescita dei diritti dei lavoratori ed un ottimo antidoto agli accordi passeggeri e di facciata.
  • perché la speranza è un efficace deterrente alla violenza fisica e verbale , violenza che alberga nella paura, nell’ insicurezza, ma soprattutto nella rassegnazione.

Allora mi chiedo, qual è la visione che questa classe dirigente italiana ha saputo disegnare per i suoi cittadini ? Tristemente dico :

Mors tua vita mea “.